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ARTICOLO TRATTO DA "IL GIORNO" DEL 27/07/2010 - Camorra nera, quattro anni a due nigeriani

Camorra nera, quattro anni a due nigeriani

LA MAXIOPERAZIONE scattata fra il 2007 e il 2008 portò all’arresto di 60 persone per associazione a delinquere finalizzata alla tratta di esseri umani e allo spaccio internazionale di droga. L’epicentro dell’inchiesta era a Napoli ma la marea di arresti arrivò fino al Lodigiano e in manette finì una coppia di nigeriani residente a Graffignana: E.F., 39 anni e I.S., 30 anni. La coppia nei giorni scorsi è stata condannata a quattro anni di reclusione a testa. Ma sono stati già scarcerati con obbligo di firma. I due - che dunque sono rimasti in carcere un anno, a fronte di una condanna massima di 10 anni - furono intercettati dalle forze dell’ordine nell’ambito dell’operazione denominata «Linus» che portò allo smembramento di un’organizzazione mafiosa nigeriana - chiamata “camorra nera - con numerose ramificazioni in Europa. Oltre al commercio di cocaina, la banda era impegnata in attività di traffico di esseri umani finalizzato allo sfruttamento della prostituzione, al traffico d’organi e alle adozioni illegali. L’INCHIESTA È stata portata avanti dalla direzione Distrettuale Antimafia di Napoli in collaborazione con i carabinieri del Ros di diverse province italiane e ha portato al sequestro totale di 24 chili di cocaina e un chilo di eroina. La banda nigeriana aveva fissato in Olanda il punto d’arrivo della droga proveniente da Paesi africani e sudamericani. Una delle cellule più importanti sul suolo nazionale si trovava proprio fra Milanese e Lodigiano. L’organizzazione criminale era capace di portare in Italia - secondo le indagini - oltre 20 chili di coca a settimana tramite persone che ingerivano ovuli, trasporto su strada, ferrovie, aerei o via posta. ALTRO GRANDE business della banda nigeriana sarebbe stata la tratta degli esseri umani, soprattutto di nigeriane fatte entrare clandestinamente in Italia per prostituirsi. Ma non solo le donne, anche bambini, sottratti a orfanotrofi nigeriani e portati in Italia per essere adottati illegalmente o indotti a prostituirsi.Tra i metodi utilizzati per indurre in schiavitù donne e minori c’erano i riti vodoo. Bastava la minaccia di un «maleficio» ai famigliari delle vittime in Nigeria — secondo la Procura — perché le vittime fossero alla mercè della gang. Il reato contestato alla coppia di Graffignana - difesa di fronte al tribunale di Napoli dall’avvocato Tiziana Bertoli - era di associazione a delinquere finalizzato alla tratta di esseri umani. I due avrebbero fatto da basisti nel network di gestione delle ragazze e dei minori importati illegalmente. FRANCESCO NERI